giovedì 29 gennaio 2015

La campagna dello zio Mattè

La campagna dello zio Mattè. Dove si trova la campagna dello zio Mattè? C'è un località precisa da indicare ai turisti che avessero curiosità di visitarla? E' al di qua o al di là del fiume, si trova in un posto raggiungibile a piedi oppure è lontana, tanto lontana da fare desistere l'eventuale visitatore? Gli abitanti di Mazara sanno bene dove si trova questa tanto misteriosa campagna e, anche se nessuno è in grado di dire esattamente quale sia la sua posizione geografica,state sicuri che tutti, prima o poi, hanno raccolto qualcosa dai campi dello zio Mattè. Ma chi è poi questo Zio Mattè ? E perché non si occupa dei suoi possedimenti, anzi li lascia all'abbandono e non se ne cura per niente? Da piccola mi ponevo questo tipo di interrogativi e, quando la mia famiglia organizzava delle scampagnate, non essendo in possesso di alcun pezzo di terra, era cosa certa che saremmo andati tutti quanti dallo zio Mattè. - Dove andiamo oggi papà? chiedevo a mio padre mentre familiari e vicini di casa,bambini e adulti, tutti quanti cercavamo di salire sul cassone del camion del mio caro papà. - Andiamo dallo zio Mattè !- era quella la sua laconica risposta. - Ma dallo zio Mattè, dove?-insistevo io , convinta che prima o poi , questo zio doveva presentarsi a chiedere il conto dell'invasione che stavamo per fare nei suoi possedimenti. Mio padre, attento a non fare danneggiare il suo mezzo di lavoro dai miei fratelli e cugini che prendevano d'assalto il camion e si dondolavano dalle rosse ringhiere di ferro come piccoli tarzan della giungla, non mi rispondeva neanche. Mia madre, intenta ai preparativi della gita, dava per scontato che tutti sapessero di questo zio Mattè e, finalmente ,quando si sedeva su una sedia che aveva fatto caricare sul camion per stare più comoda , diceva a mio padre: << Sceglilo tu il posto!>> Si trattava di una delle poche cose che mio padre poteva scegliere, per il resto era sempre lei a decidere. Il camion si fermava in aperta campagna in posti sempre diversi, ma con qualche spiazzo dove noi bambini potessimo giocare senza pericolo. Gli uomini di famiglia accendevano il fuoco mentre le donne , dopo aver tirato fuori da sacchi di tela delle grosse pagnotte di pane, lo distribuivano a fette a noi bambini dopo averlo condito con olio e sale. Un giorno, ricordo, vidi arrivare da lontano un uomo con un grosso bastone in mano. Gridava e rincorreva uno dei miei cugini che era salito su un albero per raccogliere dei fichi. - E' lo zio Mattè ! È lo zio Mattè!- gridai a mio padre che finalmente si decise a spiegarmi che non esisteva veramente uno zio con quel nome. Si chiamava “campagna dello zio Mattè” un luogo libero dove ci si poteva entrare senza problemi. Di solito erano campi incolti o poco curati dal proprietario. - Allora non è una cosa giusta! - dissi convinta- Non possiamo occupare degli spazi che non ci appartengono!- Mio padre si giustificò dicendo che chi non possedeva dei terreni aveva pure diritto a godere l'aria dei campi e che, in fondo, la cosa importante era quella di non procurare danni alle cose e comportarsi da persone civili